
Il caffè non è solo una bevanda che accompagna il risveglio o le pause quotidiane. È un’esperienza, un piacere che trasmette sensazioni di benessere ed energia. Ogni tazza racconta una storia e ogni chicco ha un carattere unico, influenzato dall’origine, dalla tostatura e persino dalla personalità di chi lo degusta.
In questo articolo scopriamo le peculiarità e le differenze tra le due specie di piante di caffè più utilizzate e apprezzate nel mondo: la Coffea Arabica, meglio conosciuta come Caffè Arabica, e la Coffea Canephora, meglio nota come Caffè Robusta.
Caratteristiche delle piante e delle aree di coltivazione
La Coffea Arabica è la più antica specie conosciuta di caffè e cresce ad altitudini elevate, tra 800 e 2.000 metri, spesso sui fianchi dei vulcani dell’America Centrale e Meridionale, in Kenya, Etiopia e altri paesi dell’Africa orientale. I frutti maturano dopo circa nove mesi dalla stagione delle piogge, e ogni pianta produce meno di cinque chili di frutti all’anno, corrispondenti ad appena un chilo di chicchi di caffè. Sensibile a malattie, parassiti, gelate e caldo eccessivo, questa pianta è più difficile da coltivare, motivo per cui il suo costo è generalmente più elevato. Il chicco ha una forma allungata e, dopo la tostatura, sviluppa un aroma raffinato.
La Coffea Canephora, o Robusta, è invece molto più resistente sia alle alte temperature che alle malattie, tanto che può essere coltivata anche con temperature superiori ai 30 gradi. Cresce principalmente nell’Africa occidentale, in paesi come Camerun, Costa d’Avorio, Congo e Uganda, e in Asia, in particolare in Vietnam e Indonesia. È presente anche in Brasile, ma a quote più basse, fino a 700 metri. Il chicco ha una forma più piccola e tozza rispetto all’Arabica e può contenere quasi il doppio della caffeina, conferendogli un gusto più intenso e deciso.
Differenze nel gusto tra Arabica e Robusta
L’Arabica si distingue per il suo retrogusto dolce e aromatico, con note fruttate e leggermente acidule. Il suo profilo aromatico è più delicato e raffinato rispetto alla Robusta.
La Robusta, invece, ha un sapore più forte e corposo. È meno profumata, ma il suo contenuto più elevato di caffeina la rende più intensa, con una crema più densa e persistente.
Curiosità sulle due miscele
Oggi il 70% del caffè mondiale è Arabica. Tra le sue varietà più note ci sono il Typica e il Bourbon, da cui derivano ceppi pregiati come Blue Mountain, Mondo Nuevo, Kent e Tico. Il restante 30% del mercato è occupato dalla Robusta, con varietà come il Cotillon del Brasile e il Giavaineac.
Il nome “caffè” deriva probabilmente dalla provincia di Kaffa, in Etiopia, dove era consumato già nell’XI secolo, spesso mescolato con grasso animale. Gli arabi lo chiamavano “Qahwat-al-bun”, che significa “vino di grano”, nome poi abbreviato in Qahwa e successivamente trasformato in Kahveh in turco, fino a diventare coffee, caffè, café nelle varie lingue del mondo.
In natura, il frutto del caffè è verde nel caso dell’Arabica e giallo per la Robusta. Diventa scuro solo dopo la tostatura, un processo che avviene a temperature comprese tra 160 e 230 gradi. È in questa fase che si sprigionano oltre 700 sostanze volatili, responsabili degli aromi che caratterizzano la bevanda.
Esistono oltre cento specie di piante della famiglia della Coffea, ma solo due sono ampiamente coltivate: Arabica e Robusta. Una terza varietà, la Liberica, viene coltivata in Indonesia, Filippine e Africa, ma la sua diffusione è molto più limitata e il suo utilizzo meno comune.
2020